131006 D.27 T.O. - In voluntate tua

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            Anche questo introito non è salmico. Il testo raccoglie espressioni della preghiera del pio Mardocheo in un momento drammatico per la sua vita personale e per il destino d’Israel (Est 4, 17b-). La melodia si snoda per sei righe del Graduale Romanum e rimane compatta in un ambito ristretto. Il canto si muove fondamentalmente su una linea oscillante tracciata dal fa. In due occasioni s’innalza intorno al nucleo sol-la (non est qui possit resistere e tu enim fecisti). Lo scandicus quilismatico mi-fa-sol-la (enim) evidenzia, infine, anche caeli ambitum. L’iterazione ravvicinata di tre note (sol fa mi) caratterizza la conclusione della prima frase e dell’intero brano. È questo un procedimento frequente nelle melodie gregoriane con una struttura a inclusione.

            In una circostanza tragica sotto il profilo sociale, emerge tutta l’impotenza del singolo. A quasi 2500 anni dall’episodio biblico, la situazione attuale è sotto i riflettori dei mezzi di comunicazione. Non lasciano nulla nell’ombra, neppure la tenebrosa e folle prevaricazione del diritto da parte di una persona, i cui capricci sono da lui considerati i pilastri della legge. Il sovvertimento dell’ordine sociale provoca reazioni opposte che ripetono funesti capitoli della commedia/tragedia umana.

Chi è ammaliato dalla sirena si lascia sedurre dalle lusinghe e ne diviene un servucolo senza dignità. Chi conosce o intuisce le brame dell’orco inferocito e ferito nel proprio orgoglio - e riesce ancora a valutare con serenità gli accadimenti - rimane ammutolito o balbetta qualche parola ragionevole che, nonostante tutto, cade nel vuoto. Un vuoto che si allarga sempre più. E diviene il baratro dove sprofondano le persone avvilite, derubate della loro vita di lavoro e impegno costruttivo. Baratro dove vanno a infrangersi sogni e speranze. Baratro dove spuntano e crescono rigogliosi i rovi dell’odio e della violenza. Baratro dove scompaiono nel silenzio i poveri con le loro miserie.

            Rassegnazione o rivoluzione? Attendere (che cosa ?) o intervenire (come? dove? quando?) ? Oppressi dalle cose umane, il rischio più grave è di non riuscire a sollevare lo sguardo oltre il triste caos terreno.

Episodi come quelli che oggi schiaffeggiano e violentano l’Italia, si possono rintracciare più volte nei libri di storia, la più dimenticata e irrisa maestra di vita. Forse troveremo qualche suggerimento. Ma è chiaro che una malattia grave necessita di interventi adeguati ed estremi. Anche nella vita sociale ciò che dovrebbe trovare un’attenzione privilegiata è la prevenzione. Riuscire a vivere ed affrontare il domani con la capacità di individuare i portatori di danni ed avere gli anticorpi per difendersi sin dal primo accenno d’infermità.

Un ricostituente per la salute sociale è la fede in D-i-o. Riconoscere il Lui il fondamento di tutto. Nella docilità allo Spirito individuare le vie possibili per spaziare nella giustizia e le vie d’uscita dagli ingorghi soffocanti.

Cantare con Mardocheo non è abbozzare un pezzo teatrale che rievoca il passato. Cantare con Mardocheo è affrontare l’oggi che si apre alla speranza di un domani sereno. Cantare con Mardocheo è semplicemente pregare per vivere.

                                                                                                                                                                                                            Bruder Jakob

 

 

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Comments

  • Forse è opportuno ricordare, a chi non lo sapesse, che Bruder Jakob è il nostro caro Prof. Giacomo Baroffio, che ringrazio di cuore per questa riflessione; grazie anche al Dott. Fabrizio Mastroianni che ha reso pubblico il documento. Stefania Vitale

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