RIP Dom Jean Mallet

Le Père Jacques-Marie Guilmard vient de m'apprendre que le Père Dom Jean Mallet est mort ce dimanche 8 juin, soir de la fête de la Pentecôte, à l'hôpital du Mans.

Il avait notamment publié avec Dom André Thibaut un important travail en trois volumes :

"Les manuscrits en écriture bénéventaine de la Bibliothèque capitulaire de Bénévent "

Requiescat in pace

 

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  • Le Père Jean Mallet est mort dans une clinique du Mans, le soir de la Pentecôte (8 juin 2014). Il était hospitalisé pour traiter une tumeur de la fosse nasale, mais c'est le coeur qui a lâché.

    Il avait 92 ans, 66 ans de profession monastique et 59 ans de sacerdoce.

    Que Dieu le reçoive dans son paradis ! Accompagnons-le de nos prières pour le repos de son âme !

    Le Père Mallet aura été d’abord un médecin, puis un moine et un savant longtemps professeur à Rome. Il serait trop long de décrire sa vie, dont une grande partie m’était inconnue.

    Je préfère rappeler le grand nombre d’amis qu’il a eus, grâce à ses qualités de coeur, à sa bonté et à sa  bienveillance.

    Je lui dois beaucoup, même si nos domaines n’étaient pas du tout les mêmes. Toujours accueillant et délicat. Un homme original, mais très attachant.

  • Cari amici per commemorare questo straordinario studioso copio qui di sotto la mail or ora giuntami da Giacomo Baroffio, suo grande amico.

    Jean Mallet († 8  giugno 2014 Pentecoste)

     

                Il giorno di Pentecoste all’ospedale di Le Mans è deceduto Jean Mallet. Era stato ricoverato a causa di un tumore nelle fosse nasali. È morto per un cedimento del cuore.

                Da anni ormai viveva come un eremita nella comunità benedettina di Solesmes. La sordità totale non gli permetteva di udire. Tanto più era pronto ad ascoltare. Non  solo le poche persone che lo avvicinavano, ma soprattutto quelle che entravano nel suo cuore attraverso le innumerevoli testimonianze scritte in lettere, articoli, libri…

                Nel lungo periodo trascorso a Roma nell’abbazia di San Girolamo, in ogni stagione, in ogni momento della giornata lo si poteva cogliere in quattro atteggiamenti che rivelano altrettanti aspetti della sua esistenza.

                Chino sui libri di coro, lasciava che fosse la preghiera a scandire la sua giornata con la disciplina regolare che aveva assimilato nel processo formativo benedettino secondo l’impegno proprio delle comunità solesmensi.

                Chino sulle foto di manoscritti biblici, era attento nel servizio culturale che praticava con fedele perseveranza al fine di stabilire il testo critico della Bibbia Vulgata. Decisivo è stato il suo contributo alla redazione finale del testo della Neo-Vulgata, in particolare del salterio.

                Schivo, e in qualche modo solitario, partecipava alle ricreazioni comuni dove interveniva con  poche parole, spesso con osservazioni argute, sempre attento e rispettoso verso quanti considerava fratelli e padri, p. Henri de Sainte-Marie, p. Jean Leclercq e, in particolare, p. Jean Gribomont.

                Al di fuori di questi tre momenti di vita comune, p. Mallet era sempre in compagnia di un libro che l’accompagnava da quando usciva la mattina presto dalla cella sino al suo ritorno per il riposo notturno. Si staccava, quasi con sofferenza, dall’inseparabile volume quando indossava i paramenti in sacrestia e quando si sedeva in refettorio. Era certo lui che teneva in mano il libro, ma era il libro che di fatto lo sorreggeva e guidava.

                Una vita che poteva apparire fossilizzata in un ripiegamento verso il passato e l’irreale. Nulla di più falso. Dalla Parola di D-i-o e dalle parole dell’esperienza sociale e religiosa di tanti autori, aveva saputo trarre una forza di condivisione generosa, un bene prezioso e raro.

    Lo studio più che stancarlo, gli offriva nuove possibilità d’impegno intellettuale. Esempio straordinario è il lavoro dedicato alla tradizione manoscritta beneventana, un’opera colossale realizzata con l’amicizia e le molteplici competenze di p. Andrea Thibaut. Il contatto con gli “estranei” non era evitato per paura di perdere tempo. Certi incontri, se poteva, li negava. Ma lo scopo non era quello di riservare più tempo a se stesso, bensì di poter essere più disponibile verso chi aveva realmente bisogno del suo aiuto, di una sua indicazione autorevole, in primis nel campo della filologia biblica e patristica. Pur esigente e severo, era amato dai suoi studenti dell’Augustinianum. Rigoroso come pochi, sapeva prendere la vita con uno slancio di leggerezza, come quando affrontava con il gesuita p. M. Zerwick un certamen privato ma astruso su qualche radice greca.

    Era entrato in  monastero dopo una formazione accademica in campo medico. Con occhio clinico non cessava di vigilare su tutti i membri della comunità, lui e il danese p. Vinten, già studente di medicina. Jean Mallet non aveva cessato di essere un medico. Il suo essere monaco gli aveva allargato l’orizzonte. Con il tempo era divenuto un medico delle anime. Come pochi. Requiescat in pace!

    Giacomo Baroffio

  • He was a great scholar not only in chant and paleography but also in Biblical studies, and a man of enormous kindness and humility with a delightful sense of humor as well. May he rest in peace.

  • Merci. Daminique et aussi au p. Guilmard. Le p. Mallet eut une grand palepographe, avec une intuition privilegié. Il y a queques années je travaillé avec lui sur un ms de Tolède, et je me rapelle les questions sur un feuille de garde que il jamais avais vu. Son travail sur les mss bénéventaines avec le p. Thibaut de l'abbaye de Clairvaux est vraiment remarquable. Requiescat in pace
  • Merci Dominique de nous avoir transmis cette nouvelle.

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